Documentazione

materiale vario prodotto da comitati, istituzioni ecc..

Proposta del Csa nEXt-Emerson per un Forum indipendente a Castello sul Piano Strutturale

  • June 22, 2010 1:00 pm

 Il termine partecipazione si lega a molti concetti e situazioni  diverse. Si puo’ partecipare ad una lotteria, ad un concorso a  premi, ad uno spettacolo televisivo, ad una festa o a un funerale.

E’ su questa intrinseca plurivalenza del termine che il percorso  intrapreso dalla giunta Renzi riguardo al piano  strutturale puo’ dirsi "di partecipazione". Il termine applicato  alla sfera politica deve pero’ necessariamente rappresentare  qualcosa di piu’ della partecipazione che mette in atto il sedersi  di fronte a facebook. Altrimenti si priva il concetto di ogni  dignita’ e senso, fino a renderelo un contenitore vuoto all’interno del  quale far passare come "partecipate" delle decisioni gia’ prese.

Partecipare significa anzitutto poter influire sui processi decisionali.

Le forme piu’ interessanti di democrazia diretta si basano appunto  sull’idea  di valorizzazione delle idee che emergono dalle discussioni piuttosto  che sulla soppressione dei contrasti o sulla loro limitazione attraverso  sistemi  come i sondaggi o l’elezione di piccoli gruppi che dovrebbero

rappresentare  la volonta’ dei piu’.

 
Il modello "urbanistica partecipata" realizza, in maniera neppure troppo  nascosta, un concetto di partecipazione di mera facciata, dove i tempi  strettissimi ed i metodi applicati non riescono a garantire gli spazi  necessari perche’ la discussione abbia un senso.

 
Per quanto i "materiali preparatori" sul Piano Strutturale della Giunta  Renzi   rappresentino un notevole sforzo di "trasparenza" rispetto al modus  operandi della Giunta Domenici  ci sembra necessario sottolineare e rendere esplicita la dialettica  antagonista che caratterizza il cosiddetto "diritto alla città".

Alla città sembrano averne diritto le imprese ed i capitali che la  comprano-vendono-trasformano in funzione di ciò che il mercato rende, di  volta in volta, più redditizio. 

Alla città hanno diritto i suoi abitanti le cui esigenze in termini di  servizi, spazi collettivi, abitazioni a prezzi accessibili, verde e più in  generale "vivibilità" e "salubrità", soccombono di fronte ai poteri forti.

Il "diritto" dell’uno nega il "diritto" dell’altro. Questo è la dialettica  antagonista che le istituzioni sono chiamate ad amministrare.   

Una dialettica antagonista che esiste. Di cui i comitati, le associazioni,  alcuni soggetti politici, i movimenti, i centri sociali, testimoniano  l’esistenza.   

Il "diritto alla città" di abitanti e cittadini può essere ignorato e  negato dall’amministrazione (come abbiamo visto all’"era Domenici")  oppure può essere "formalmente" riconosciuto, "dichiarato" pubblicamente,  "scritto" in documenti programmatici ( come vediamo nell’ "era Renzi").

Questo diverso approccio può essere reale o apparente: solo le scelte  politiche operate di volta in volta ci forniscono la risposta.

In epoca di "Guerre Umanitarie" anche Democrazia e Partecipazione sono  troppo spesso parole ambigue e foglie di fico.

Una reale partecipazione ad un processo decisionale ha bisogno di tempo e  strumenti adeguati. Strumenti che permettano il trasferimento di  conoscenze  da chi le possiede a chi no, che permettano la comprensione del problema  su  cui il processo decisionale opera, che garantiscano il passaggio di

informazioni. Tempo che permetta tutto questo a chi NON E’ RETRIBUITO per  prendere decisioni in nome degli altri. Abitanti e cittadini NON SONO  PROFESSIONISTI DELLA POLITICA, per scelta o per necessità. 

Se un’amministrazione assume la volontà di renderli parte del processo

decisionale non può ignorare queste elementari verità. 

       

Nel "nostro piccolo", come Centro Sociale Autogestito che occupa un’area

dismessa a Castello, proponiamo proprio questo.    

 Proponiamo, almeno sull’area di Castello, la creazione di  un Forum indipendente in grado di coinvolgere tutti i soggetti che  sentono di avere qualcosa da dire sullo sviluppo urbanistico del

territorio.

Il Forum dovrebbe porsi come soggetto creato e gestito dagli  abitanti, dalle associazioni e gruppi che vivono nel quartiere e  di fatto si troveranno coinvolti o travolti dal nuovo piano strutturale.

Il Forum dovrebbe dotarsi di strumenti e spazi propri con il preciso  intento di informare in maniera capillare gli abitanti del quartiere  riguardo agli sviluppi delle discussioni, i tempi e i modi,  ed invitare alla piu’ampia partecipazione possibile alle discussioni.

Il Forum dovrebbe giocare un importante ruolo di garante per  la popolazione di Castello. La giunta Domenici aveva infatti in  programma una pesante cementificazione sulle areee dismesse del

quartiere, l’amministrazione Renzi non si e’ ancora pronunciata a  riguardo.

I pesanti scandali che hanno travolto soggetti istituzionali della vecchia  giunta e colossi immobiliari di tutta Firenze delineano la necessita’ che  siano gli stessi cittadini a doversi tutelare da eventuali abusi  delle istituzioni. Il Comune non e’ nella posizione di poter  imbastire alla bene e meglio un percorso di partecipazione su un argomento  che ha letteralmente decimato la precedente amministrazione.

 
Passaggi pratici per la creazione del Forum

 
Il forum dovrebbe riunirsi con cadenza regolare in posti diversi  del quartiere per rappresentare anche simbolicamente il coinvolgimento  di tutti i soggetti interessati. Il metodo di discussione utilizzato  dovrebbe avvicinarsi il piu’ possibile ai meccanismi di democrazia  diretta, con un facilitatore, un moderatore, al fine di valorizzare  le idee di tutti e senza un utilizzo sistematico delle votazioni  a maggioranza.

 
Il forum dovrebbe dotarsi di quegli strumenti di comunicazione necessari  perche’ la diffusione delle informazioni risulti capillare e tesa a  creare un percorso i vera partecipazione. In questo senso riteniamo  necessario almeno i seguenti passaggi:

 
1) ad ogni riunione dovrebbe far seguito un report sintetico e  comprensbile  in modo da poter venire stampato e distribuito nel quartiere, sia nelle  buche delle lettere che nei principali luoghi di socialita’. Sul report  sara’ indicata la prossima data e sede dell’incontro successivo.

 
2) dei manifesti e dei flyer che pubblicizzino l’iniziativa in maniera  sintetica e non circostanziata ad una riunione in particolare, ma che  rimandino ad un sito o ad eventuali punti dove richiedere informazioni  per partcipare.

 
3) perche’ il lavoro non venga perso e sia visibile anche da chi non  abita nel quartiere il Forum dovrebbe dotarsi di alcuni strumenti  informatici:  un sito internet, una newsletter, un sistema di microblogging.

 
4) il Forum dovrebbe promuoversi attraverso iniziative e momenti di  socialita’ in piazza, anche ludici, da utilizzare come momenti  privilegiati di  comunicazione con tutti i cittadini.

 
E’ di fatto una sfida. Con noi stessi per primi che per quanto impegnati,  da soli, non potremmo neanche immaginare.  E’ un "esperimento" su cui invitiamo tutti/e a riflettere ed a metterci in  comunicazione.

E’ la sola garanzia, crediamo, all’essere "raggirati" dalle  amministrazioni che forse è anche peggio che essere ignorati.   

Centro Sociale Autogestito  nEXt-Emerson         Via di Bellagio 15                                                                         
assemblea@csaexemerson.it           www.csaexemerson.it      

L’immobiliare Unica bonifica il nEXt Emerson, la cooperativa Castello si prepara ad invadere la Cerdec. Migliaia di tonnellate di cemento sul futuro di Castello ?

  • June 17, 2010 8:20 pm

 In questi mesi potrebbe
iniziare un burrascoso cambiamento per la zona di Castello/Rifredi.
Preceduta da manovre per nulla trasparenti e un modus operandi
strisciante che rimanda ai momenti piu’ bassi dell’amministrazione
fiorentina, potrebbe prendere il via la cementificazione dell’ex
Cerdec e dell’area dell’ex Star Color. Si tratta in totale di quasi
10 mila metri quadri di terreno.

Senza che quasi nessuno
ne fosse al corrente, tantomeno gli abitanti vicini, la concessione
edilizia sull’ex Cerdec ha quasi terminato il proprio iter. La
cooperativa edilizia Castello potrebbe iniziare i lavori tra breve.

Non meno nell’ombra,
l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per la bonifica
dell’ex Star Color, terreno che in parte “ospita” il centro
sociale NextEmerson.

Entrambe le notizie sono
passate totalmente sotto silenzio: la prima resa nota
dall’osservatorio di Castello, la seconda da noi del centro sociale.

Onestamente non ci sembra
un buon inizio per i progetti di partecipazione e coinvolgimento
tanto decantati dalla giunta Renzi. I costrutturi decidono,
l’amministrazione acconsente, e noi possiamo fare cenno di sì con la
testa a giochi ormai conclusi. Era esattamente quanto accadeva con la
giunta precedente. Si tratta di un modello di partecipazione quasi
televisivo: si può stare seduti sul divano di casa a guardare fuori
dalla finestra le centinaia di migliaia di tonnellate di cemento che
ricopriranno Castello.

Le richieste di una
piazza per il quartiere sull’area ex Cerdec per ora sono cadute
inascoltate dall’amministrazione, andando a realizzare nei fatti le
tendenze all’urbanizzazione selvaggia, che ricordiamo, hanno
determinato il terremoto giudiziario e il conseguente collasso della
giunta Domenici.

Sull’area dell’ex star
color ci dilungheremo un poco di più, poichè direttamente coinvolti
in qualità di occupanti di uno dei tre capannoni.

Proprio in questi giorni
la proprietà, l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per i
lavori relativi alla bonifica dell’area. Ovvio che non siamo contrari
alla bonifica dei siti inquinati, ma pensiamo di non sbagliare nel
credere che quest’ultima verrà utilizzata strumentalmente per
richiedere lo sgombero del centro sociale, la demolizione dell’area,
quindi il cambio di destinazione d’uso e la successiva
cementificazione.

L’operazione compiuta
dall’Unica su via di Bellagio ha tutte le caratteristiche della
classica manovra speculativa: il terreno è stato acquistato a poco
prezzo a seguito di un fallimento, ma l’area a ridosso del parco
delle colline è soggetta ad un vincolo che ne impedisce il cambio di
destinazione d’uso.

L’Unica attende dunque
che qualche gioco di favori, o la pressione degli interessi dei
costruttori sulla giunta, sblocchino la situazione e spianino la
strada all’inizio della cementificazione.

Nelle aree che da
industriali dovessero passare ad uso residenziale si dovrebbe
certificare che non siano rimasti residui inquinanti. Ecco perchè
l’Unica si scopre improvvisamente paladina dell’ambiente: questa
certificazione sarebbe un primo passo per poter richiedere il cambio
di destinazione d’uso, o comunque contribuirebbe ad innalzare il
valore del terreno. Se poi la bonifica dovesse, guarda caso,
comportare la demolizione e il conseguente sgombero del NextEmerson,
tanto meglio. L’ex star color di appresta insomma a seguire lo stesso
iter della Cerdec.

Al contrario dell’Unica,
della Cooperativa edilizia Castello, che da imprese fanno i propri
interessi, e dell’amministrazione fiorentina, che si crogiola nei
giochi di potere e di palazzo, in questi anni il csa ha cercato di
divenire uno spazio pubblico aperto alle iniziative di chi condivida
quei valori di base sui quali la nostra esperienza si fonda:
l’autogestione, il rifiuto della mercificazione della cultura e del
tempo libero, l’ecologismo, l’antifascismo, l’antisessismo e
l’antirazzismo. In quanto spazio aperto alla sperimentazione, non
paralizzato dalla burocrazia o incatenato alla logica del soldo, il
nEXt Emerson viene attraversato da molte esperienze, dalla palestra
al corso di tango, i concerti, le presentazioni di libri, il teatro,
l’officina, i laboratori di autocostruzione, riuso e riciclo, il
mercatino del biologico, e mille altre piccole situazioni che
quotidianamente vivono questi spazi. Tutto questo è stato realizzato
in un’ottica mutualistica e volontaria, senza chiedere alcun
finanziamento pubblico. Il tessuto sociale che gravita attorno al
nEXt Emerson, le centinaia e a volte le migliaia di persone che ogni
mese ne fanno una realtà viva rischiano però di essere di nuovo
private di questa piazza ideale posta ai margini di firenze, in un
quartiere che è diventato suo malgrado simbolo della speculazione
edilizia e della malafede dell’amministrazione.

Difendiamo
Castello dalle speculazioni, costruiamo spazi pubblici e autogestiti!

Basta cemento su Castello

  • April 1, 2010 12:41 pm

Il prossimo Piano Strutturale  nella zona che va dalla Seves a Via di
Bellagio, prevede case per 4000 nuovi abitanti, da costruire sulle
aree Seves, ex-Cerdec, Csa Next-Emerson di Via Bellagio.
Più del doppio dell’attuale popolazione, che signifca totale
cementifcazione e il defnitivo collasso di Via Reginaldo Giuliani.
E’ inoltre previsto l’arretramento del limite di inedifcabilità verso la collina
con la conseguente possibilità di cementifcare una parte di territorio tuttora a
verde e proprio a ridosso delle ville storiche medicee.
Mentre la magistratura arresta e indaga ex-assessori, tecnici del comune,
politici, imprenditori, nessuno mai si è degnato di chiedere quale siano i bisogni
di questa zona agli unici che lo possono sapere: gli abitanti.
Noi pensiamo che, mentre sulla Seves l’importante è la salvaguardia di tutti i
posti di lavoro,la ex-Cerdec potrebbe diventare quello che nella zona manca:
una piazza, con giardino attrezzato, panchine e una parte a mercato ri-
onale/parcheggio. Il Centro Sociale di Via Bellagio vogliamo che rimanga
quello che  è adesso: un posto dove non contano le possibilità economiche, ma
le idee e la volontà di  realizzarle. Come Centro Sociale proponiamo anche che
venga stabilita una fascia di rispetto dal parco delle colline che arrivi fno a
Via Reginaldo Giuliani, che salvaguardi le ville medicee, e che eviti
speculazioni che andrebbero a incidere sull’intero quartiere in  maniera pesante.
Mettiamo alla prova la nuova giunta che si vanta di essere diversa dalle
precedenti. Occorre difendere la qualità della vita e l’interesse pubblico dal
proftto privato.
Facciamoci sentire, perchè il nostro silenzio è la loro arma migliore !
Centro Sociale Next Emerson in Via di Bellagio 15
per approfondimenti:
http://soscastello.noblogs.org
http://nopianostrutturale.noblogs.org
per comunicazioni:
assemblea@csaexemerson.it
www.csaexemerson.it

Proposta del Csa nEXt-Emerson per un contropiano strutturale per Castello

  • March 17, 2010 6:30 pm
L’Utoe 1 è una delle 27 unità territoriali omogenee in cui è suddiviso il piano strutturale e comprende la porzione di territorio Castello-Le Panche e come lo stesso piano ammette “Il territorio pedecollinare dell’UTOE è il terminale del sistema paesaggistico della piana, il piede della scena collinare, con identità propria, e caratterizzato da luoghi collettivi”. I dati ci parlano di una superficie di 2.17 kmq su cui risiedono (anagrafe 2006) 16030 abitanti. Il Prg di vent’anni fa ne prevedeva 18300, il piano strutturale innalza il numero a 20500. In sostanza non solo, in vent’anni non siamo arrivati al numero previsto dal prg, ma addirittura ne vengono previsti 4000 in più rispetto agli abitanti attuali. Una stima all’eccesso funzionale solo e soltanto a una cementificazione selvaggia. Ma c’è di più: questi ulteriori 4000 abitanti dovrebbero insediarsi nella sola area di Castello arrivando, di fatto, ad un raddoppio della popolazione.

il quartiere di Castello inteso come tessuto abitativo si configura tuttora come uno dei pochi quartieri di Firenze con una propria identità storica, sociale e urbanistica con un’area definita da un lato dal confine con Sesto e da altri due lati da via Sestese e dal limite della fascia collinare. Un’area di appena mezzo kmq che il piano strutturale vorrebbe investire di due indirizzi urbanistici, correlati tra di loro, devastanti:
1 – l’arretramento del limite di inedificabilità verso la collina con la conseguente possibilità di cementificare una parte di territorio tuttora a verde e proprio a ridosso delle ville storiche medicee
2 – la cementificazione di tre aree del quartiere per una superficie totale di 88.000 mq  
Come Centro Sociale proponiamo che venga stabilita una fascia di rispetto dal parco delle colline che arrivi fino a Via Reginaldo Giuliani, che non solo salvaguardi le ville medicee, ma che eviti speculazioni che andrebbero a incidere sull’intero quartiere in maniera pesante.
Le tre aree sono: l’ex Niccoli e Naldoni sede del Centro Sociale; l’area ex-Cerdec attualmente dismessa; l’area della Seves, tuttora in attività con una presenza di circa 180 operai attualmente in cassa integrazione straordinaria e la cui direzione ha deciso di trasferire la produzione, considerarla come già dismessa è la dimostrazione delle priorità delle amministrazioni di questa città.
Castello manca di una area pubblica all’aperto: una “piazza” con giardino che serva come punto di ritrovo, luogo che possa ospitare iniziative culturali, mercato di quartiere e che nello stesso momento veda collocati tutti quei servizi sociali che servono agli abitanti.       La proposta dell’”osservatorio di Castello” di utilizzare l’area dell’ex-Cerdec in tal senso va’ ripresa e portata avanti.
 Rispetto alla Seves pensiamo che in primo luogo vada assicurata l’attuale attività produttiva, ma che comunque prospettare anche per quest’area un uso sociale che utilizzi gli edifici tuttora esistenti sia il miglior modo per garantire una futura piena occupazione.  
Per ora sono idee da sviluppare. Occorre un confronto continuo con e tra gli abitanti del quartiere atto a fare in modo che la stesura di questo  contropiano non sia solo un esercizio teorico ma serva sia per comprendere le dinamiche territoriali sia come strumento per le iniziative

Firenze: un piano nuovo per Palazzo vecchio

  • January 31, 2010 10:35 pm

Un appello per fermare l’approvazione del Piano Strutturale di Firenze, è l’esito del convegno "Firenze: un piano nuovo per Palazzo Vecchio" promosso dal Gruppo di lavoro urbanistica della Lista di cittadinanza "Per Unaltracittà".
L’appello – a cui si può aderire all’indirizzo:http://spreadsheets.google.com/viewform?formkey=dG9qQmhiRlo0MzhQcVBSYjFGdzdDYUE6MA – pone l’attenzione sulla necessità di passare dall’urbanistica del saccheggio alla costruzione collettiva della città per bloccare la cementificazione e promuovere politiche pubbliche di riconversione ecologica dell’intera area metropolitana. L’attuale Piano Strutturale è condizionato da scelte sbagliate, ed è il prodotto del lavoro di una struttura tecnico-politica oggi decapitata dalle inchieste della magistratura.
Costruiamo percorsi in città affinché il Piano Strutturale sia integralmente riscritto con procedure trasparenti e partecipate.
Di seguito il testo  

Bloccare il Piano strutturale di Firenze
Le recenti vicende giudiziarie, che hanno denunciato lo stretto intreccio tra affari immobiliari e settori della politica cittadina, hanno aperto un nuovo fronte della mala-urbanistica a Firenze: sono emerse tante azioni urbanisticamente scorrette e assolutamente disastrose per la città e i suoi abitanti, tutte tese a saturare e sconvolgere anche parti consolidate della città stessa. Ora queste operazioni si trovano sotto inchiesta.
E’ importante notare che si tratta di operazioni che sono state “legittimate” e rese possibili proprio in seguito alla manomissione in senso speculativo degli strumenti urbanistici ed edilizi della città, favorite in ciò dall’assenza di controlli da parte della Regione e della Provincia.
Piano Regolatore attuale (il Piano Vittorini), Regolamento Edilizio e nuovo Piano Strutturale costituiscono una triade soffocante che, in parte, ha già reso lecito qualunque abuso e qualunque pretesa speculativa da parte di privati senza scrupoli, tecnici compiacenti e politici legittimati.
Un vero e proprio sistema di “Regole per abusare”.
A tutti si è svelata dunque la macchinazione urbanistico/amministrativa messa a punto anche tramite il nuovo Piano Strutturale per potere intasare e cementificare speculativamente ogni parte di Firenze e dei suoi dintorni, soffocando per sempre l’intera città, ed è quindi chiaro a tutti perché il Piano Strutturale adottato e mai approvato debba essere respinto totalmente.
Proponiamo invece un’idea di città di livello europeo, scaturita anche da tante vertenze e da tanta progettualità “dal basso”, e che potrebbe essere attivata partecipativamente e sperimentalmente subito in molte sue parti:
L’idea è quella della Città/Paesaggio, una versione contemporanea, ecologica ed olistica della città e del suo territorio, in una integrazione di ambiente costruito e di ambiente di vita (paesaggio).
Questa idea si fonda sulla scelta di una Mobilità pubblica, su ferro e comunque leggera, usufruendo della infrastruttura ferroviaria come di una preziosa preesistenza a rete e ad anello (Metrotreno, verde di relazione, Alta Velocità in superficie, etc)
La riscoperta del Centro Storico, come “grembo” della rinascita della città, è un passaggio obbligato ed urgente, cosi come il suo ripopolamento umano.
La formazione di “Oasi” di riqualificazione partecipata e vivente in ogni quartiere, come motori di promozione del risanamento e della riqualificazione dei quartieri e delle comunità locali.
Il contributo di Firenze per la costituzione di una grande Area Metropolitana, non gerarchica, anch’essa impostata sull’idea della Città/Paesaggio, dove le aree ancora non edificate, vanno a costituire (andando oltre l’idea, oggi limitativa, di un Parco della Piana) un sorta di tessuto ambientale connettivo di un grande sistema ecologico policentrico
Questo programma richiede, come condizione indispensabile, la collaborazione e il coinvolgimento attivo e creativo della popolazione (la “partecipazione”), sia nella fase propositiva che nella verifica delle scelte compiute.
Pertanto chiediamo che l’amministrazione di Firenze imposti un Nuovo Piano Strutturale completamente diverso e opposto sia rispetto a quello della giunta Domenici – Biagi che ad una sua versione semplicemente edulcorata;trasparente, ecologico, partecipato e a consumo zero.