presentata osservazione al Piano Strutturale riguardante Castello

  • March 18, 2011 12:04 am

La settimana scorsa è stata depositata presso l’Ufficio Urbanistica del Comune una osservazione al Piano Strutturale relativa al quartiere. Incentrata in particolare sulle aree dismesse (ex-Cerdec e ex-Star Color in via di Bellagio) e la zona a protezione (buffer zone) delle Ville Medicee e la fascia collinare a verde è stata supportata da circa 400 firmatari.

Di seguito il testo:

Al Sindaco del Comune di Firenze
Direzione Urbanistica  – Via Andrea del Castagno n. 3/e
50132 Firenze

Presa visione del Piano Strutturale del Comune di Firenze, adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 2010/C/00057 del 13 dicembre 2010 ai sensi della L.R. 1/2005, comprensivo della documentazione relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (Rapporto Ambientale sulla Valutazione Ambientale Strategica – VAS) ai sensi della L.R. 10/2010, e pubblicato sul B.U.R.T. n. 2 del 12 gennaio 2011

Presentiamo osservazione e/o proposta di  emendamento al piano strutturale adottato

PER IL COMPARTO EX PRODUTTIVO TOTALMENTE DISMESSO DI VIA DI BELLAGIO

Premessa
In questi anni quello che potrebbe essere un borgo ricco di aree verdi e  piccoli pezzi di storia fiorentina, si è visto sottrarre molte delle  proprie risorse.  In meno di una decade sono state calate su Castello tonnellate di cemento,  ed ogni attività edilizia è stata un’occasione per aumentare i guadagni  di immobiliari e lobby del mattone.
Il nuovo piano strutturale della giunta Renzi viene presentato come “a volumi zero”,  basato sul recupero delle aree dismesse. Un intervento teso veramente al consumo di suolo zero  dovrebbe destinare le zone dismesse ad aree di compensazione per quanto  i quartieri hanno dovuto subire in questi anni, non prevedere di svendere il tutto  ad immobiliari, per ricavarne indietro qualche finto auditorium o striminzito giardinetto.

Nel borgo di Castello, ai piedi delle colline e delle Ville Medicee, sono presenti due grandi aree dismesse, circa  25 mila metri quadri.  Analizziamo cosa il piano strutturale prevede per queste che sono le uniche speranze  rimaste al quartiere per riavere indietro qualcosa di quanto finora sottratto.

Un Piano onestamente indifendibile

  • December 22, 2010 5:04 pm

CITTADINI AREA FIORENTINA
Comitati dei cittadini di Firenze


ONESTAMENTE INDIFENDIBILE

Ecco alcuni motivi per cui non ci sentiamo di difendere
il Piano Strutturale adottato il 13 dicembre scorso dal Consiglio Comunale.

La sbandierata ma disattesa promessa  di un piano a volumi zero.
Nella realtà  il Piano Strutturale adottato sdogana per i prossimi 15 anni 4 milioni e mezzo di mc. di volumi privati su una superficie municipale di poco più di 100 Kmq.

Infatti le superfici autorizzate non ancora realizzate, ma riconfermate dal PS, sono pari a 678.000 mq., mentre il nuovo impegno di suolo dovuto al residuo del PRG equivale a 92.100 mq.

A queste dobbiamo aggiungere l’incremento di carico urbanistico rappresentato dai 713.000 mq. di superfici da recupero (comprensive dei contenitori di particolare valore) di cui ben 530.150 mq. sono costituiti da residenze, 59.300 mq. da insediamenti industriali e artigianali, 57.380 mq. da funzioni commerciali di media grandezza, 26.100 mq. da turistico-ricettivo, e 40.070 mq. da direzionale.

Avremo pertanto un totale di 1.483.100 mq. di superfici che moltiplicate ottimisticamente per una altezza di 3 m. raggiungono l’imponente cifra di 4.452.000 mc.

Non si dimentichino inoltre:

– le enormi superfici pubbliche della Scuola Marescialli di Castello quasi completate;

– i 150.000 mq. di trasferimento per perequazione di edifici cosiddetti incongrui, (ma  quali sono? Volumi abusivi, condonati o meno, oppure anche le recenti edificazioni autorizzate nelle corti?) col connesso premio volumetrico;

– i 200.000 mq di edifici incongrui analoghi non ancora collocati ma in odor di variante;

– il social housing (caserme dismesse, completamento dell’edificato e nuovo consumo di suolo);

– il completamento di alcune aree sportive in delicate aree di frangia che incrementeranno ulteriormente quelle cifre.

Le colline e il centro storico indifesi

Il Piano Strutturale appena adottato, dopo aver reso gratuito omaggio ad alcuni principi di sostenibilità  energetica e ambientale, è presentato come il primo piano in Italia a volumi zero e senza consumo di nuovo suolo; in realtà  consente gli incrementi volumetrici di cui sopra e il consumo di nuovo suolo mediante l’attacco alla collina, sottraendo i borghi storici collinari dalle aree a piena tutela, e conferma, senza alcun ripensamento, tutte le volumetrie di Ligresti nella Piana di Castello, mette parcheggi interrati attira-traffico sotto una decina di piazze storiche e prevede sconsideratamente 6 Km di tunnel tranviari sotto il Centro storico, senza infine negarsi un passante stradale sotterraneo da Varlungo a Careggi/Novoli immaginato fuori Piano.

La mobilità : un’incredibile e velleitaria macedonia di tutto quello

che si potrebbe fare,senza indicazioni di priorità , scelte strategiche

generali e indicazioni di tempi e risorse per la loro attuazione

Il Piano Strutturale accoglie, nonostante la guerriglia verbale del sindaco Renzi contro Ferrovie dello Stato, tutto il pacchetto Alta velocità , compresa la contestata e abusiva stazione Foster, regalando a Moretti la piena disponibilità delle sue aree ferroviarie.

Qui si doveva giocare l’ultima battaglia per adeguare il sistema della mobilità (il quinto per dimensione in Italia, la cui fragilità  è stata catastroficamente dimostrata dalla recente nevicata) di cui si parla molto nelle relazioni di Piano. In un’area metropolitana asfissiata dalle polveri fini, da sempre al vertice italiano per indice di motorizzazione auto e moto e nella quale il ruolo del trasporto pubblico è andato progressivamente declinando con il decentramento della popolazione e con l’abbassamento del livello di servizio, la mancata salvaguardia del canale ferroviario (escluso dal quadro delle invarianti) rende le considerazioni sulla creazione del Servizio ferroviario metropolitano prive di fondamento. Soprattutto se si perde l’occasione dell’AV per attrezzare importanti nodi, come le stazioni di Campo di Marte e di Rifredi, per l’utilizzo metropolitano della rete ferroviaria, per la riorganizzazione della mobilità cittadina e per la definitiva messa in sicurezza del passaggio in superficie del traffico.

Il Piano strutturale appena adottato riconferma i progetti delle linee 2 e 3 della tranvia contro i quali i cittadini si erano espressi con un referendum nel 2008, e ne prevede anche i prolungamenti; annuncia infine la creazione di tre nuove linee (per un totale di sei), due delle quali su sede ferroviaria.

Il Piano prevede anche la privatizzazione di importanti aree pubbliche come il Meccanotessile, la Mercafir, il deposito Ataf di viale dei Mille e l’istituto dei Ciechi, oltre a premi, regalie e aumenti di superfici edificabili per i privati.

La perequazione:

ovvero come si consuma nuovo suolo rinunciando

alla pianificazione del territorio.

Con la perequazione che dà luogo al credito edilizio il Piano Strutturale intende favorire il trasferimento, ad esempio, del volume di un capannone abbandonato dal centro ad una zona periferica, demolendolo poi per ricavarci uno spazio pubblico, una piazza o un giardino.
Il criterio perequativo originariamente era utilizzato per garantire ai proprietari presenti all’interno di uno stesso comparto o di una zona territoriale omogenea pari opportunità ed equiparazione di diritti/doveri; ora viene diffuso su tutto il territorio comunale facendo sì che volumi incongrui, sottratti da un tessuto già troppo denso, atterrino in altre aree producendo erosione di aree verdi, agricole o collinari, invasione di zone paesaggisticamente sensibili, generando in parole povere consumo di nuovo suolo ed espansione dell’edificato.

Ma soprattutto, compiendo uno strappo fra standard urbanistico (da individuare là dove viene demolito il volume incongruo) e nuova edificazione (nella nuova area dove si depositano le volumetrie relative all’edificio demolito), aggrava quella indifferenza alla localizzazione (e quel primato della rendita immobiliare) che è la vera tomba della pianificazione.

Si opera così anche una coartazione sul singolo abitante come titolare di un diritto a quella dotazione di superficie pubblica da utilizzare nel quotidiano in un rapporto di vicinanza con la residenza (verde, parcheggio, scuola, centro sociale, chiesa, ecc.). Il passaggio dalle convenzioni tra Comune e privati al Registro dei crediti edilizi rende assai problematica e incerta qualsiasi gestione di questo tipo di pianificazione.

Limitatissime le concessioni fatte dalla superblindata maggioranza di Palazzo Vecchio ai 166 emendamenti, circostanziati e propositivi, presentati dai vari gruppi durante la discussione nel Consiglio comunale. A conferma di una sottrazione della materia urbanistica, non solo alla democrazia partecipativa (mai veramente attuata e comunque subito conclusa tre mesi fa con il retorico appuntamento dei 100 luoghi), ma anche a quelle stesse assemblee elettive tanto invocate da molti amministratori toscani contro i comitati e l’associazionismo ambientalista e che sono ormai gli unici depositari, insieme a pochissimi tecnici e consiglieri, della competenza e della consapevolezza necessaria per un governo trasparente e sostenibile del territorio.

Nonostante la disponibilità al dialogo fornita durante il dibattito in commissione e in Consiglio comunale dai gruppi di opposizione (e il voto favorevole del consigliere di opposizione Valdo Spini) il Partito Democratico ha fatto quadrato, come doveva, attorno alla rete di interessi economici che entrano in gioco in un iter di Piano. Materia troppo seria evidentemente per lasciarla in mano a semplici consiglieri o peggio a cittadini perbene e tecnici competenti.

Per tutti questi motivi siamo convinti che in Consiglio comunale l’unica scelta possibile fosse quella di un voto contrario.

Crediamo però anche che si debbano utilizzare i sessanta giorni di legge per tradurre in osservazioni le nostre proposte e, in questo senso, invitiamo l’Amministrazione ad attivare un vero dibattito pubblico con i cittadini, considerato che, nella fase di adozione, il processo partecipativo è risultato estremamente compresso e carente quando non ridotto alla dimensione di sondaggio di opinione o, peggio ancora, di spot pubblicitario.

Consumo di suolo zero ?

  • November 5, 2010 12:33 pm

Il 15 ottobre scorso, con la solita enfasi che lo caratterizza, il, sindaco Matteo Renzi ha illustrato a grandi linee il piano strutturale appena sottoscritto dalla giunta comunale. L’inizio di un percorso che prevede successivi passaggi alle commissioni comunali e ai consigli di quartiere, il ritorno in Palazzo Vecchio per l’adozione, la pubblicazione, sessanta giorni di tempo per le osservazioni e un nuovo ritorno in consiglio per la definitiva approvazione.

Lo stesso Renzi ha stimato per la fine di febbraio – “setuttovabene” – i tempi per il via libera definitivo.

Grande attenzione è stata posta sul consumo di suolo zero cioè sull’inedificabilità delle aree non ancora costruite.

E’ evidente che il lavoro continuo di denuncia e proteste dei comitati e delle associazioni cittadine unita alle inchieste della magistratura in campo urbanistico, hanno leggermente cambiato i rapporti di forza. E’ altrettanto evidente che dopo la massiccia campagna mass-mediateca sui cento luoghi e una pretesa attenzione nei confronti delle richieste dei cittadini (che sono state tutte richieste di più verde e di maggiore vivibilità), c’era la necessità di accogliere alcune delle proposte avanzate da chi in questi anni si è battuto per la tutela del territorio e per una migliore qualità della vita. Si aveva quindi la necessità di rimarcare una discontinuità con la giunta precedente falcidiata da inchieste e arresti proprio in campo urbanistico.

Proposta del Csa nEXt-Emerson per un Forum indipendente a Castello sul Piano Strutturale

  • June 22, 2010 1:00 pm

 Il termine partecipazione si lega a molti concetti e situazioni  diverse. Si puo’ partecipare ad una lotteria, ad un concorso a  premi, ad uno spettacolo televisivo, ad una festa o a un funerale.

E’ su questa intrinseca plurivalenza del termine che il percorso  intrapreso dalla giunta Renzi riguardo al piano  strutturale puo’ dirsi "di partecipazione". Il termine applicato  alla sfera politica deve pero’ necessariamente rappresentare  qualcosa di piu’ della partecipazione che mette in atto il sedersi  di fronte a facebook. Altrimenti si priva il concetto di ogni  dignita’ e senso, fino a renderelo un contenitore vuoto all’interno del  quale far passare come "partecipate" delle decisioni gia’ prese.

Partecipare significa anzitutto poter influire sui processi decisionali.

Le forme piu’ interessanti di democrazia diretta si basano appunto  sull’idea  di valorizzazione delle idee che emergono dalle discussioni piuttosto  che sulla soppressione dei contrasti o sulla loro limitazione attraverso  sistemi  come i sondaggi o l’elezione di piccoli gruppi che dovrebbero

rappresentare  la volonta’ dei piu’.

 
Il modello "urbanistica partecipata" realizza, in maniera neppure troppo  nascosta, un concetto di partecipazione di mera facciata, dove i tempi  strettissimi ed i metodi applicati non riescono a garantire gli spazi  necessari perche’ la discussione abbia un senso.

 
Per quanto i "materiali preparatori" sul Piano Strutturale della Giunta  Renzi   rappresentino un notevole sforzo di "trasparenza" rispetto al modus  operandi della Giunta Domenici  ci sembra necessario sottolineare e rendere esplicita la dialettica  antagonista che caratterizza il cosiddetto "diritto alla città".

Alla città sembrano averne diritto le imprese ed i capitali che la  comprano-vendono-trasformano in funzione di ciò che il mercato rende, di  volta in volta, più redditizio. 

Alla città hanno diritto i suoi abitanti le cui esigenze in termini di  servizi, spazi collettivi, abitazioni a prezzi accessibili, verde e più in  generale "vivibilità" e "salubrità", soccombono di fronte ai poteri forti.

Il "diritto" dell’uno nega il "diritto" dell’altro. Questo è la dialettica  antagonista che le istituzioni sono chiamate ad amministrare.   

Una dialettica antagonista che esiste. Di cui i comitati, le associazioni,  alcuni soggetti politici, i movimenti, i centri sociali, testimoniano  l’esistenza.   

Il "diritto alla città" di abitanti e cittadini può essere ignorato e  negato dall’amministrazione (come abbiamo visto all’"era Domenici")  oppure può essere "formalmente" riconosciuto, "dichiarato" pubblicamente,  "scritto" in documenti programmatici ( come vediamo nell’ "era Renzi").

Questo diverso approccio può essere reale o apparente: solo le scelte  politiche operate di volta in volta ci forniscono la risposta.

In epoca di "Guerre Umanitarie" anche Democrazia e Partecipazione sono  troppo spesso parole ambigue e foglie di fico.

Una reale partecipazione ad un processo decisionale ha bisogno di tempo e  strumenti adeguati. Strumenti che permettano il trasferimento di  conoscenze  da chi le possiede a chi no, che permettano la comprensione del problema  su  cui il processo decisionale opera, che garantiscano il passaggio di

informazioni. Tempo che permetta tutto questo a chi NON E’ RETRIBUITO per  prendere decisioni in nome degli altri. Abitanti e cittadini NON SONO  PROFESSIONISTI DELLA POLITICA, per scelta o per necessità. 

Se un’amministrazione assume la volontà di renderli parte del processo

decisionale non può ignorare queste elementari verità. 

       

Nel "nostro piccolo", come Centro Sociale Autogestito che occupa un’area

dismessa a Castello, proponiamo proprio questo.    

 Proponiamo, almeno sull’area di Castello, la creazione di  un Forum indipendente in grado di coinvolgere tutti i soggetti che  sentono di avere qualcosa da dire sullo sviluppo urbanistico del

territorio.

Il Forum dovrebbe porsi come soggetto creato e gestito dagli  abitanti, dalle associazioni e gruppi che vivono nel quartiere e  di fatto si troveranno coinvolti o travolti dal nuovo piano strutturale.

Il Forum dovrebbe dotarsi di strumenti e spazi propri con il preciso  intento di informare in maniera capillare gli abitanti del quartiere  riguardo agli sviluppi delle discussioni, i tempi e i modi,  ed invitare alla piu’ampia partecipazione possibile alle discussioni.

Il Forum dovrebbe giocare un importante ruolo di garante per  la popolazione di Castello. La giunta Domenici aveva infatti in  programma una pesante cementificazione sulle areee dismesse del

quartiere, l’amministrazione Renzi non si e’ ancora pronunciata a  riguardo.

I pesanti scandali che hanno travolto soggetti istituzionali della vecchia  giunta e colossi immobiliari di tutta Firenze delineano la necessita’ che  siano gli stessi cittadini a doversi tutelare da eventuali abusi  delle istituzioni. Il Comune non e’ nella posizione di poter  imbastire alla bene e meglio un percorso di partecipazione su un argomento  che ha letteralmente decimato la precedente amministrazione.

 
Passaggi pratici per la creazione del Forum

 
Il forum dovrebbe riunirsi con cadenza regolare in posti diversi  del quartiere per rappresentare anche simbolicamente il coinvolgimento  di tutti i soggetti interessati. Il metodo di discussione utilizzato  dovrebbe avvicinarsi il piu’ possibile ai meccanismi di democrazia  diretta, con un facilitatore, un moderatore, al fine di valorizzare  le idee di tutti e senza un utilizzo sistematico delle votazioni  a maggioranza.

 
Il forum dovrebbe dotarsi di quegli strumenti di comunicazione necessari  perche’ la diffusione delle informazioni risulti capillare e tesa a  creare un percorso i vera partecipazione. In questo senso riteniamo  necessario almeno i seguenti passaggi:

 
1) ad ogni riunione dovrebbe far seguito un report sintetico e  comprensbile  in modo da poter venire stampato e distribuito nel quartiere, sia nelle  buche delle lettere che nei principali luoghi di socialita’. Sul report  sara’ indicata la prossima data e sede dell’incontro successivo.

 
2) dei manifesti e dei flyer che pubblicizzino l’iniziativa in maniera  sintetica e non circostanziata ad una riunione in particolare, ma che  rimandino ad un sito o ad eventuali punti dove richiedere informazioni  per partcipare.

 
3) perche’ il lavoro non venga perso e sia visibile anche da chi non  abita nel quartiere il Forum dovrebbe dotarsi di alcuni strumenti  informatici:  un sito internet, una newsletter, un sistema di microblogging.

 
4) il Forum dovrebbe promuoversi attraverso iniziative e momenti di  socialita’ in piazza, anche ludici, da utilizzare come momenti  privilegiati di  comunicazione con tutti i cittadini.

 
E’ di fatto una sfida. Con noi stessi per primi che per quanto impegnati,  da soli, non potremmo neanche immaginare.  E’ un "esperimento" su cui invitiamo tutti/e a riflettere ed a metterci in  comunicazione.

E’ la sola garanzia, crediamo, all’essere "raggirati" dalle  amministrazioni che forse è anche peggio che essere ignorati.   

Centro Sociale Autogestito  nEXt-Emerson         Via di Bellagio 15                                                                         
assemblea@csaexemerson.it           www.csaexemerson.it      

L’immobiliare Unica bonifica il nEXt Emerson, la cooperativa Castello si prepara ad invadere la Cerdec. Migliaia di tonnellate di cemento sul futuro di Castello ?

  • June 17, 2010 8:20 pm

 In questi mesi potrebbe
iniziare un burrascoso cambiamento per la zona di Castello/Rifredi.
Preceduta da manovre per nulla trasparenti e un modus operandi
strisciante che rimanda ai momenti piu’ bassi dell’amministrazione
fiorentina, potrebbe prendere il via la cementificazione dell’ex
Cerdec e dell’area dell’ex Star Color. Si tratta in totale di quasi
10 mila metri quadri di terreno.

Senza che quasi nessuno
ne fosse al corrente, tantomeno gli abitanti vicini, la concessione
edilizia sull’ex Cerdec ha quasi terminato il proprio iter. La
cooperativa edilizia Castello potrebbe iniziare i lavori tra breve.

Non meno nell’ombra,
l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per la bonifica
dell’ex Star Color, terreno che in parte “ospita” il centro
sociale NextEmerson.

Entrambe le notizie sono
passate totalmente sotto silenzio: la prima resa nota
dall’osservatorio di Castello, la seconda da noi del centro sociale.

Onestamente non ci sembra
un buon inizio per i progetti di partecipazione e coinvolgimento
tanto decantati dalla giunta Renzi. I costrutturi decidono,
l’amministrazione acconsente, e noi possiamo fare cenno di sì con la
testa a giochi ormai conclusi. Era esattamente quanto accadeva con la
giunta precedente. Si tratta di un modello di partecipazione quasi
televisivo: si può stare seduti sul divano di casa a guardare fuori
dalla finestra le centinaia di migliaia di tonnellate di cemento che
ricopriranno Castello.

Le richieste di una
piazza per il quartiere sull’area ex Cerdec per ora sono cadute
inascoltate dall’amministrazione, andando a realizzare nei fatti le
tendenze all’urbanizzazione selvaggia, che ricordiamo, hanno
determinato il terremoto giudiziario e il conseguente collasso della
giunta Domenici.

Sull’area dell’ex star
color ci dilungheremo un poco di più, poichè direttamente coinvolti
in qualità di occupanti di uno dei tre capannoni.

Proprio in questi giorni
la proprietà, l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per i
lavori relativi alla bonifica dell’area. Ovvio che non siamo contrari
alla bonifica dei siti inquinati, ma pensiamo di non sbagliare nel
credere che quest’ultima verrà utilizzata strumentalmente per
richiedere lo sgombero del centro sociale, la demolizione dell’area,
quindi il cambio di destinazione d’uso e la successiva
cementificazione.

L’operazione compiuta
dall’Unica su via di Bellagio ha tutte le caratteristiche della
classica manovra speculativa: il terreno è stato acquistato a poco
prezzo a seguito di un fallimento, ma l’area a ridosso del parco
delle colline è soggetta ad un vincolo che ne impedisce il cambio di
destinazione d’uso.

L’Unica attende dunque
che qualche gioco di favori, o la pressione degli interessi dei
costruttori sulla giunta, sblocchino la situazione e spianino la
strada all’inizio della cementificazione.

Nelle aree che da
industriali dovessero passare ad uso residenziale si dovrebbe
certificare che non siano rimasti residui inquinanti. Ecco perchè
l’Unica si scopre improvvisamente paladina dell’ambiente: questa
certificazione sarebbe un primo passo per poter richiedere il cambio
di destinazione d’uso, o comunque contribuirebbe ad innalzare il
valore del terreno. Se poi la bonifica dovesse, guarda caso,
comportare la demolizione e il conseguente sgombero del NextEmerson,
tanto meglio. L’ex star color di appresta insomma a seguire lo stesso
iter della Cerdec.

Al contrario dell’Unica,
della Cooperativa edilizia Castello, che da imprese fanno i propri
interessi, e dell’amministrazione fiorentina, che si crogiola nei
giochi di potere e di palazzo, in questi anni il csa ha cercato di
divenire uno spazio pubblico aperto alle iniziative di chi condivida
quei valori di base sui quali la nostra esperienza si fonda:
l’autogestione, il rifiuto della mercificazione della cultura e del
tempo libero, l’ecologismo, l’antifascismo, l’antisessismo e
l’antirazzismo. In quanto spazio aperto alla sperimentazione, non
paralizzato dalla burocrazia o incatenato alla logica del soldo, il
nEXt Emerson viene attraversato da molte esperienze, dalla palestra
al corso di tango, i concerti, le presentazioni di libri, il teatro,
l’officina, i laboratori di autocostruzione, riuso e riciclo, il
mercatino del biologico, e mille altre piccole situazioni che
quotidianamente vivono questi spazi. Tutto questo è stato realizzato
in un’ottica mutualistica e volontaria, senza chiedere alcun
finanziamento pubblico. Il tessuto sociale che gravita attorno al
nEXt Emerson, le centinaia e a volte le migliaia di persone che ogni
mese ne fanno una realtà viva rischiano però di essere di nuovo
private di questa piazza ideale posta ai margini di firenze, in un
quartiere che è diventato suo malgrado simbolo della speculazione
edilizia e della malafede dell’amministrazione.

Difendiamo
Castello dalle speculazioni, costruiamo spazi pubblici e autogestiti!

Basta cemento su Castello

  • April 1, 2010 12:41 pm

Il prossimo Piano Strutturale  nella zona che va dalla Seves a Via di
Bellagio, prevede case per 4000 nuovi abitanti, da costruire sulle
aree Seves, ex-Cerdec, Csa Next-Emerson di Via Bellagio.
Più del doppio dell’attuale popolazione, che signifca totale
cementifcazione e il defnitivo collasso di Via Reginaldo Giuliani.
E’ inoltre previsto l’arretramento del limite di inedifcabilità verso la collina
con la conseguente possibilità di cementifcare una parte di territorio tuttora a
verde e proprio a ridosso delle ville storiche medicee.
Mentre la magistratura arresta e indaga ex-assessori, tecnici del comune,
politici, imprenditori, nessuno mai si è degnato di chiedere quale siano i bisogni
di questa zona agli unici che lo possono sapere: gli abitanti.
Noi pensiamo che, mentre sulla Seves l’importante è la salvaguardia di tutti i
posti di lavoro,la ex-Cerdec potrebbe diventare quello che nella zona manca:
una piazza, con giardino attrezzato, panchine e una parte a mercato ri-
onale/parcheggio. Il Centro Sociale di Via Bellagio vogliamo che rimanga
quello che  è adesso: un posto dove non contano le possibilità economiche, ma
le idee e la volontà di  realizzarle. Come Centro Sociale proponiamo anche che
venga stabilita una fascia di rispetto dal parco delle colline che arrivi fno a
Via Reginaldo Giuliani, che salvaguardi le ville medicee, e che eviti
speculazioni che andrebbero a incidere sull’intero quartiere in  maniera pesante.
Mettiamo alla prova la nuova giunta che si vanta di essere diversa dalle
precedenti. Occorre difendere la qualità della vita e l’interesse pubblico dal
proftto privato.
Facciamoci sentire, perchè il nostro silenzio è la loro arma migliore !
Centro Sociale Next Emerson in Via di Bellagio 15
per approfondimenti:
http://soscastello.noblogs.org
http://nopianostrutturale.noblogs.org
per comunicazioni:
assemblea@csaexemerson.it
www.csaexemerson.it

Proposta del Csa nEXt-Emerson per un contropiano strutturale per Castello

  • March 17, 2010 6:30 pm
L’Utoe 1 è una delle 27 unità territoriali omogenee in cui è suddiviso il piano strutturale e comprende la porzione di territorio Castello-Le Panche e come lo stesso piano ammette “Il territorio pedecollinare dell’UTOE è il terminale del sistema paesaggistico della piana, il piede della scena collinare, con identità propria, e caratterizzato da luoghi collettivi”. I dati ci parlano di una superficie di 2.17 kmq su cui risiedono (anagrafe 2006) 16030 abitanti. Il Prg di vent’anni fa ne prevedeva 18300, il piano strutturale innalza il numero a 20500. In sostanza non solo, in vent’anni non siamo arrivati al numero previsto dal prg, ma addirittura ne vengono previsti 4000 in più rispetto agli abitanti attuali. Una stima all’eccesso funzionale solo e soltanto a una cementificazione selvaggia. Ma c’è di più: questi ulteriori 4000 abitanti dovrebbero insediarsi nella sola area di Castello arrivando, di fatto, ad un raddoppio della popolazione.

il quartiere di Castello inteso come tessuto abitativo si configura tuttora come uno dei pochi quartieri di Firenze con una propria identità storica, sociale e urbanistica con un’area definita da un lato dal confine con Sesto e da altri due lati da via Sestese e dal limite della fascia collinare. Un’area di appena mezzo kmq che il piano strutturale vorrebbe investire di due indirizzi urbanistici, correlati tra di loro, devastanti:
1 – l’arretramento del limite di inedificabilità verso la collina con la conseguente possibilità di cementificare una parte di territorio tuttora a verde e proprio a ridosso delle ville storiche medicee
2 – la cementificazione di tre aree del quartiere per una superficie totale di 88.000 mq  
Come Centro Sociale proponiamo che venga stabilita una fascia di rispetto dal parco delle colline che arrivi fino a Via Reginaldo Giuliani, che non solo salvaguardi le ville medicee, ma che eviti speculazioni che andrebbero a incidere sull’intero quartiere in maniera pesante.
Le tre aree sono: l’ex Niccoli e Naldoni sede del Centro Sociale; l’area ex-Cerdec attualmente dismessa; l’area della Seves, tuttora in attività con una presenza di circa 180 operai attualmente in cassa integrazione straordinaria e la cui direzione ha deciso di trasferire la produzione, considerarla come già dismessa è la dimostrazione delle priorità delle amministrazioni di questa città.
Castello manca di una area pubblica all’aperto: una “piazza” con giardino che serva come punto di ritrovo, luogo che possa ospitare iniziative culturali, mercato di quartiere e che nello stesso momento veda collocati tutti quei servizi sociali che servono agli abitanti.       La proposta dell’”osservatorio di Castello” di utilizzare l’area dell’ex-Cerdec in tal senso va’ ripresa e portata avanti.
 Rispetto alla Seves pensiamo che in primo luogo vada assicurata l’attuale attività produttiva, ma che comunque prospettare anche per quest’area un uso sociale che utilizzi gli edifici tuttora esistenti sia il miglior modo per garantire una futura piena occupazione.  
Per ora sono idee da sviluppare. Occorre un confronto continuo con e tra gli abitanti del quartiere atto a fare in modo che la stesura di questo  contropiano non sia solo un esercizio teorico ma serva sia per comprendere le dinamiche territoriali sia come strumento per le iniziative

Firenze: un piano nuovo per Palazzo vecchio

  • January 31, 2010 10:35 pm

Un appello per fermare l’approvazione del Piano Strutturale di Firenze, è l’esito del convegno "Firenze: un piano nuovo per Palazzo Vecchio" promosso dal Gruppo di lavoro urbanistica della Lista di cittadinanza "Per Unaltracittà".
L’appello – a cui si può aderire all’indirizzo:http://spreadsheets.google.com/viewform?formkey=dG9qQmhiRlo0MzhQcVBSYjFGdzdDYUE6MA – pone l’attenzione sulla necessità di passare dall’urbanistica del saccheggio alla costruzione collettiva della città per bloccare la cementificazione e promuovere politiche pubbliche di riconversione ecologica dell’intera area metropolitana. L’attuale Piano Strutturale è condizionato da scelte sbagliate, ed è il prodotto del lavoro di una struttura tecnico-politica oggi decapitata dalle inchieste della magistratura.
Costruiamo percorsi in città affinché il Piano Strutturale sia integralmente riscritto con procedure trasparenti e partecipate.
Di seguito il testo  

Bloccare il Piano strutturale di Firenze
Le recenti vicende giudiziarie, che hanno denunciato lo stretto intreccio tra affari immobiliari e settori della politica cittadina, hanno aperto un nuovo fronte della mala-urbanistica a Firenze: sono emerse tante azioni urbanisticamente scorrette e assolutamente disastrose per la città e i suoi abitanti, tutte tese a saturare e sconvolgere anche parti consolidate della città stessa. Ora queste operazioni si trovano sotto inchiesta.
E’ importante notare che si tratta di operazioni che sono state “legittimate” e rese possibili proprio in seguito alla manomissione in senso speculativo degli strumenti urbanistici ed edilizi della città, favorite in ciò dall’assenza di controlli da parte della Regione e della Provincia.
Piano Regolatore attuale (il Piano Vittorini), Regolamento Edilizio e nuovo Piano Strutturale costituiscono una triade soffocante che, in parte, ha già reso lecito qualunque abuso e qualunque pretesa speculativa da parte di privati senza scrupoli, tecnici compiacenti e politici legittimati.
Un vero e proprio sistema di “Regole per abusare”.
A tutti si è svelata dunque la macchinazione urbanistico/amministrativa messa a punto anche tramite il nuovo Piano Strutturale per potere intasare e cementificare speculativamente ogni parte di Firenze e dei suoi dintorni, soffocando per sempre l’intera città, ed è quindi chiaro a tutti perché il Piano Strutturale adottato e mai approvato debba essere respinto totalmente.
Proponiamo invece un’idea di città di livello europeo, scaturita anche da tante vertenze e da tanta progettualità “dal basso”, e che potrebbe essere attivata partecipativamente e sperimentalmente subito in molte sue parti:
L’idea è quella della Città/Paesaggio, una versione contemporanea, ecologica ed olistica della città e del suo territorio, in una integrazione di ambiente costruito e di ambiente di vita (paesaggio).
Questa idea si fonda sulla scelta di una Mobilità pubblica, su ferro e comunque leggera, usufruendo della infrastruttura ferroviaria come di una preziosa preesistenza a rete e ad anello (Metrotreno, verde di relazione, Alta Velocità in superficie, etc)
La riscoperta del Centro Storico, come “grembo” della rinascita della città, è un passaggio obbligato ed urgente, cosi come il suo ripopolamento umano.
La formazione di “Oasi” di riqualificazione partecipata e vivente in ogni quartiere, come motori di promozione del risanamento e della riqualificazione dei quartieri e delle comunità locali.
Il contributo di Firenze per la costituzione di una grande Area Metropolitana, non gerarchica, anch’essa impostata sull’idea della Città/Paesaggio, dove le aree ancora non edificate, vanno a costituire (andando oltre l’idea, oggi limitativa, di un Parco della Piana) un sorta di tessuto ambientale connettivo di un grande sistema ecologico policentrico
Questo programma richiede, come condizione indispensabile, la collaborazione e il coinvolgimento attivo e creativo della popolazione (la “partecipazione”), sia nella fase propositiva che nella verifica delle scelte compiute.
Pertanto chiediamo che l’amministrazione di Firenze imposti un Nuovo Piano Strutturale completamente diverso e opposto sia rispetto a quello della giunta Domenici – Biagi che ad una sua versione semplicemente edulcorata;trasparente, ecologico, partecipato e a consumo zero.

Qualcosa non Quadra! Presidio straordinario domani ore 11

  • October 30, 2009 11:41 am

Sabato 31 ottobre alle 11,00

presidio straordinario

in via Niccolò da Tolentino
(al vecchio ex-emerson)

Quando i bisogni dei cittadini vengono sempre per ultimi, quando vince
sistematicamente la ragione della speculazione, quando gli spazi
sociali e la minima vivibilità viene sacrificata alla logica del
profitto…

QUALCOSA NON QUADRA,
GIU’ LE MANI DALLA CITTA’

Sabato mattina alle 11,00
presidio manifestazione in via Niccolò da Tolentino, dove uno dei
cantieri della Quadra sotto inchiesta ha preso il posto del centro
sociale exEmerson, costretto all’ ennesimo sgombero.

Per una decisa inversione di rotta, per accertare tutte le
responsabilità, anche politiche, di questo come di altre gravi vicende
urbanistico
edilizie, per un Piano Strutturale che non sia una "rinfrescata" di
quello targato Biagi, Di Benedetto, Formigli, Barbaro

Diffondete e partecipate.

CSA nEXt Emerson, Comitato San Salvi chi può, Un’Altra Città Un Altro Mondo, Movimento di Lotta per la Casa

Lunedi 20 Aprile. IL PIANO STRUTTURALE VIENE RITIRATO DALLA DISCUSSIONE IN CONSIGLIO COMUNALE.

  • April 21, 2009 12:03 am

Lunedi 20 Aprile.

PIANO STRUTTURALE: RITIRATO DALLA DISCUSSIONE IN CONSIGLIO
COMUNALE.

PER MOVIMENTI E CITTADINI È UN PAREGGIO…MA IN TRASFERTA !

La Giunta Domenici, che avrebbe voluto discutere e approvare il
Piano Strutturale con la seduta “maratona” tra Lunedi e
Mercoledi, lo ha invece RITIRATO dall’Ordine del Giorno.
Una “mossa” politica, con cui la Giunta uscente, tenta di
“salvare in calcio d’angolo” il Piano Strutturale. Salvare il
Piano Strutturale evitandone la Bocciatura che, gli equilibri
politici determinatisi dopo un mese di campagna sociale e politica,
avevano reso evidente. La Giunta Domenci fa il conto dei voti prima
di aprire la seduta: conta i SI, conta i NO, conta gli ASSENTI. I
conti sono a suo sfavore e decide di non rischiare. Meglio non
parlarne e rinviare il Piano Strutturale alla prossima Giunta.

Con queste parole, infatti, Domenci ha commentato la giornata di
oggi: << ”Ho preso atto che non ci sono le condizioni
politiche per approvarlo e che l’avvicinarsi delle elezioni
condiziona il dibattito. Per noi il prodotto e’ ottimo e lo
consegniamo finito alla prossima amministrazione>>.

Un pareggio quindi, per la Firenze Contro il Piano Strutturale, ma
in trasferta… .

Un risultato discreto e soddisfacente che “corona” gli sforzi
di questo mese di campagna e di anni di lotte in difesa del
Territorio, della Vivibilità in Città, del diritto alla Casa, ai
Servizi, al Verde, all’Autogestione.

Un risultato forse inaspettato per i “Padroni di Casa” e della
Città (La Giunta) che volevano chiudere il mandato con questa
arrogante approvazione.

Un risultato non definitivo che deve essere ufficializzato nella
“partita di ritorno”: quando la nuova Giunta, a cui quella
uscente consegna il Piano come “prodotto finito”, ricomincerà a
discuterne.

La consapevolezza del risultato ma della necessaria “partita di
ritorno” si è espressa nel presidio sotto il Palazzo Vecchio
lanciato da questo stesso sito e dagli aderenti alla campagna. Tutti
e tutte; dai Lavorator* della Seves di Castello a rischio chiusura e
speculazione – all’Unione Inquilini, dagli Urbanisti firmatari
dell’Appello di Un’Altra Città/Un’Altro Mondo che hanno tenuto una
lezione in piazza contro il Piano – al Comitato No Tav, dal Movimento
di Lotta per la Casa – al CSA nEXT Emerson minacciato di sgombero
dalla Cooperativa Unica, dai Comitati di cittadini – agli studenti,
abbiamo sentito il brivido e la tensione di chi “parte bene”…
ma solo per giocare la prossima partita.

! IL NO al PIANO STRUTTURALE NON FINISCE QUI !

! LA CITTA’ DOBBIAMO ANCORA RIPRENDERCELA !

Rassegna stampa web:

Articoli sulla giornata del 20 Aprile da:

La Repubblica

http://firenze.repubblica.it/dettaglio/Comune-salta-il-piano-strutturale-della-citt%C3%A0/1620538?ref=rephp

Il Corriere fiorentino

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2009/20-aprile-2009/giorno-piu-del-consiglio-comunale-1501203682037.shtml

L’ Altra Città – Giornale della
Periferia

http://www.altracitta.org